Cotone

Cotone

Buonesiepi Libri
buonesiepi(2014)
buonesiepi@gmail.com

con:
illustrazioni di Francesco Balsamo, una nota introduttiva di Giampaolo De Pietro


dove trovare e come avere il libro:

E’ possibile ordinare il libro direttamente a buonesiepi@gmail.com o a me: martina.campi@yahoo.it

costo 10 euro più 2 euro di spese di spedizione

 


Dal libro

una nota introduttiva di Giampaolo De Pietro

Questa è scrittura chiara e dura a rompersi, e ha il suo fondo di tra¬me trasparse e nere, corporee, ad angoli di pelle, che abbiamo san¬gue che scorre, e che impaurisce. Si raggiunge, allo spezzarsi della fibra del cotone, il soffice, l’equilibrio sul filo a tutto corpo, che l’intorno ha il respiro trattenuto, mentre il funam¬bolo tremola di fiamma e acqua, quasi fuma, va, pur sapendo che niente sa: è già caduto, del resto. È di cotone, e non si scioglie, ma fre¬me, esiste, canticchiando tra confu-sione e passato prossimo, ora e qua, è un corso dall’andatura appena appena avverata, atterrata magari a voce, girando in quota alla vita con la natura di un filo d’erba che chie¬de agli altri di restare, e fare prato, cotone, respiro.

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Alcune illustrazioni di Francesco Balsamo:

 

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Qualche estratto:

 

*

E poi domani sarà sera troppo presto.
Troppo giallo nel buio.
Troppo buio nel giallo.

Questa mattina pioveva:
si scivolava sul bagnato come
niente con la bocca aperta,
dalle parole superflue.
E poi domani sarà già sera,
una gola graffiata
dalla pioggia e dall’ asfalto.
 
 
Cambia il colore della moquette.
Cambia la temperatura sotto i cappotti.
Cambia la ruvidezza delle pareti.
Allora, grazie di tutto.
Grazie, eh, di tutto tutto.
E noi, tra poco, non saremo più qui.
 
 
(Mi affido ai cappelli)
 
 

*

È così l’addio di ogni giorno
la piccola morte che si ripete
mattina e sera
mattina e poi, sera
scorrendo.

Il paesaggio che si ripete
piccoli respiri sulla terra
piccoli respiri senza percorrere
quella morte che si ripete.

Poi, quando si torna,
c’è ancora il cielo.

 

*

Non è per piacere.
Non è per dolore.
Non è per spezzare
il corpo in due –

Ci interroghiamo sugli esiti,
come rondini stonate
all’arrivo dell’estate.

Ed è per sentire
fino a dove si può sentire

ed è per guardare -misurare,
quanto piccola e sottile-

la circonferenza che raccoglie
la differenza,

tra l’esserci o svanire.

 

– – –

Booktrailer

Testi: Martina Campi,
Scenario, camera, montaggio, regia Enzo Campi
con Valentina Gaglione, Francesca Del Moro,
Mario Sboarina, Martina Campi
Musiche: Mario Sboarina

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Su Cotone:

Giorgio Galli su Perìgeion (20 settembre 2018)

Il primo tratto notevole della scrittura di Martina Campi è la mancanza di vocazione alla protesta. Sono esclusi dalla sua tavolozza i toni della rabbia e del lamento, anche nella forma attenuata dell’amarezza e del rimpianto. La sua voce è vibrante ma pacata. Il secondo tratto notevole è che mai o quasi mai usa il pronome io. Ad esso preferisce il noi e il tu. Non si tratta solo di una scelta stilistica -per quanto la poesia di Martina, come quella di Mandel’stam, come la pittura di Cezanne, sembri per scelta provenire dalle cose, come un canto degli oggetti, non egocentrico e non antropocentrico- ma della spia di una sensibilità autenticamente plurale, di un pudore autentico della soggettività. Delicate ma indistruttibili, sono davvero, queste, poesie di cotone. E sono poesie di silenzi. […] (Continua qui)


Su Cotone:

Antonio Devicienti su Cotone di Martina Campi, su Carteggi Letterari (31 agosto 2015)

Cotone di Martina Campi è volume caratterizzato già nel suo aspetto dal bianco ed è un oggetto-libro davvero bello nella sua sobrietà: ovvio, visto che esso è edito da buonesiepi libri, più che una casa editrice, una filosofia dello scegliere testi e grafica da proporre ai lettori (lo steso progetto grafico è di Officina delle immagini / Alessandra Roccasalva) e la lepre di düreriana memoria, disegnata da Francesco Balsamo e che compare in prima e tra risvolto e quarta di copertina, sembra volerci guidare attraverso pagine di nitida bellezza. Cominciamo dalla nota del primo risvolto di copertina a firma di Giampaolo De Pietro, essa stessa poesia:

(Continua a leggere qui)


 

 Su Poetarum Silva Poesie da “Cotone” di Martina Campi, a cura di Fabio Michieli

Frammentari, intenzionalmente sfilacciati (rubo la felice definizione ad Anna Maria Curci), i versi di Martina Campi restituiscono sulla pagina la percezione della realtà testimoniando… (Continua a leggere)


 

Cotone, Martina Campi, buonesiepi libri [Recensione] :: LaRecherche.it, di Paolo Polvani

Accade a chi frequenti blog, siti, riviste letterarie, di imbattersi in saggi di critici catastrofisti che annunciano la definitiva dipartita della poesia. Allora è una vera fortuna fermarsi al rango di lettore, perché in veste di lettore mi capita di incrociare libri che al contrario proclamano che la poesia è viva e lotta insieme a noi, abita ancora qui, anzi è bello sapere che la praticano persone che conosci. Mi viene da pensare che questo accadrà ancora a lungo, a dispetto dei catastrofisti, e registrerà continui aggiustamenti delle modalità espressive, dei mezzi utilizzati e, si spera, anche del bacino di utenza. Il libro di Martina Campi, Cotone, è di quelli che restituiscono fiducia…

(Continua a leggere)


CARA MARTINA, DIMMI CHE COSA VEDI – LETTERA APERTA A MARTINA CAMPI SUL SUO “COTONE” (BUONESIEPI, 2014), a cura di Lorenzo Mari per POESIA 2.0 (Ottobre 2014)

Cara Martina, scrivo di Cotone in forma di lettera, non di recensione, perché non sarebbe giusto ridurre la mia esperienza di lettura e rilettura del libro, in questi ultimi mesi, alle cerimonie ormai ossificate del do ut des, del ricambiare in qualche modo il regalo che mi hanno inviato all’inizio dell’estate gli artefici dei libri di buonesiepi.

Vuole invece essere una risposta viscerale, la mia, che si accende improvvisamente, proprio come il tuo Cotone che, a ogni lettura – a un certo punto, che è sempre diverso – diventa lettura al fulmi-cotone: avida, appassionata, sicuramente bruciante.

Sono sempre presenti, e allo stesso tempo sideralmente lontani, com’è tipico degli elementi portanti, gli equilibri di quella “dimensione olistica” che… (Continua a leggere)


Intervista a Martina Campi sulla sua opera “Cotone”,a cura di Paolo Polvani per Versante Ripido di Settembre 2014

Perché Cotone?

Credo che la storia del titolo sia il ricalco della storia del libro. Che mi ha in un certo senso forzata ad ascoltare e comprendere che le cose andavano fatte in modo leggermente diverso da come le avevo decise io. Dovevo smetterla di “fare cose” su questo libro. Mettermi ad ascoltare, perché quello che io pensavo finito e con una forma, aveva in realtà ben altro da dire. E non si sarebbe accontentato di mezze vie o approssimazioni.

Perché volendo…  (Continua a leggere)


Cotone letto da Gianluca D’Andrea, ospitato Carteggi Letterari da La Nuova Scuola Messinese (Agosto 2014).

“Cotone è il seme e l’avventura del ricordo; ad appianarsi dopo aver reso lo strappo della parola, la sua esplosione prima della fioritura del senso, il segnale germogliante. C’è anche…” (Continua a leggere qui)


Cotone di Martina Campi, note di lettura di Rita Galbucci su Versante Ripido (Giugno 2014)

“E’ il blu della notte il colore di questa intensa raccolta di Martina Campi, ritorna spesso il buio come dimensione altra,  verso cui l’autrice va e ritorna attratta irrimediabilmente dai richiami di un altrove che si apre  agli occhi di chi sa vedere e sentire.  La perfezione appartiene alla natura, in cui l’essere umano si inserisce come una stonatura per il tormento intenso del suo sentire,così   antitetico rispetto alla quiete del cosmo.

I sensi si allertano alla lettura, affinandosi nella concentrazione verso la quale Martina Campi ci  conduce con la forza dei suoi versi  lievi nella proposizione, ma potenti, come potenti sono i segnali che la vita ci mostra attraverso il cadere di una piuma…” (Continua a leggere)


Cotone su Imperfetta Ellisse (agosto 2015)

“… Se Estensioni del tempo era per me un canzoniere del tempo rallentato, del “momento”, sostanzialmente astorico, in cui le cose “avvengono” tout court (e in questo era perfettamente attuale, in sintonia con tantissima  della poesia italiana di questi anni), in questo ultimo libro mi pare che la scrittura, almeno per la maggior parte dei testi, si sia ulteriormente rarefatta, raggiungendo spesso una filigrana da cui traspaiono, più che dei meri accadimenti, delle percezioni, degli umori, delle epidermiche variazioni di temperatura. Non si tratta però di superficialita, né di poetica del frammento (o del brandello) di vita, ma – semmai – della necessità di avvicinarsi (nella “descrizione” comunque intesa)  a quel limite presso cui si può ancora significare con la parola…” (Continua a leggere)